È all'Età del bronzo che risalgono le prime testimonianze legate alla presenza dell'uomo in quella che ora è la riserva naturale di Torre Guaceto. L'area, compresa fa Carovigno e San Vito dei Normanni a 30 km circa da Brindisi, si estende per 1.200 km nel tratto adriatico del Salento. Le sue caratteristiche hanno convinto il WWF, già dagli anni '70, a tutelarne il patrimonio di flora e fauna che ancora oggi, grazie all'attenzione riservatagli, può esprimersi al meglio donando l'opportunità di ammirare i paesaggi e vivere le bellissime spiagge premiate più volte dalla Bandiera Blu.
Il nome della riserva deriva dalla torre costruita in passato per intercettare le navi dei pirati e proteggere il territorio dai loro attacchi. Oggi l'interno della torre è stato trasformato in un museo gestito dal WWF. La qualifica di zona protetta si è estesa nel 1991 anche al tratto di mare che la fronteggia. In quell'anno infatti è stata istituita a seguito di un decreto ministeriale la riserva marina di Torre Guaceto, attualmente gestita dalla capitaneria di porto di Brindisi.
Tanti sono i tesori che la riserva custodisce e preserva. Il periodo migliore per scoprire la magia dei paesaggi è la primavera, quando le temperature favoriscono il risveglio della natura e lo sbocciare dei fiori. L'oasi naturalistica protegge alcune specie di rara bellezza e interesse la cui origine è spesso legata a storie antiche. Ne è un esempio il lino delle fate piumoso, graminacea tipica dell'Italia centro - meridionale, dalla quale - così si narra - le fate ricavavano i fili per tessere i loro vestiti argentati capaci di splendere nella notte. A farle compagnia c'è il raponzolo meridionale caratterizzato da fusti sottili e perenni, alti qualche decimetro, che offrono fiori dal colore azzurro intenso e che sono diffusi unicamente tra Puglia e Basilicata.
L'ambiente è ricco di dune, paludi, di un'area fitta di oliveti secolari e di zone umide frequentate da uccelli, anfibi e insetti. Anche il mare offre caratteristiche uniche. Gli organismi che popolano le acque sono protetti e nutriti da un prato di alghe che accoglie chi si addentra e che dà spazio in seguito alle rocce, riparo di saraghi e occhiate. Le tipologie di pesci che popolano le acque della riserva comprendono sciarrani, perchie, donzelle comuni e donzelle pavonine. I fondali sono ricchi di pomodori di mare e di Cladocora caespitosa, nota per la sua forma a cuscino di fiori.
Ancora più giù si possono ammirare praterie di Posidonia oceanica, anemoni dorati, falso corallo e trine di mare, spugne e gorgonie. Legato alla riserva è anche il Centro Recupero Tartarughe Marine Luigi Cantoro, che ne tutela la presenza e la riproduzione. Le spiagge di Torre Guaceto sono caratterizzate da dune bianche e scorci suggestivi. La spiaggia delle Conchiglie è costellata, come vuole il nome, da piccole conchiglie rapite dal mare quando la sua forza vince la loro resistenza.
Punta Penna Grossa invece offre la possibilità di accedere ai fondali sabbiosi e alla scoperta di quanto riescono ad offrire. All'interno della riserva è possibile fare trekking, scoprirne le curiosità percorrendo i sentieri costieri in bicicletta, immergersi per fare snorkeling o seawatching. Per accedere alla riserva naturale di Torre Guaceto si parte dal Centro Visite Al Gawsit. Attenzione: alla riserva e alle sue spiagge si può accedere soltanto a piedi. Per preservare la tranquillità dell'oasi le auto devono essere lasciate negli appositi parcheggi a circa 200 metri di distanza.
Altrettanto ricchi di suggestioni sono i dintorni della riserva naturale. La città bianca di Ostuni, con le sue spiagge pluripremiate da Bandiere Blu e Legambiente, osservatorio naturale dall'altezza dei tre colli sui quali è sorta, San Vito dei Normanni con le sue chiese, le sue tradizioni e le memorie dell'antico passato condensate nei resti del Castello Dentice di Frasso, Carovigno e le antiche mura che ancora ne proteggono l'abitato. A circa 30 km da Carovigno si trova Alberobello con i suoi famosissimi trulli, dove è possibile fare una visita e mangiare anche in uno dei ristoranti ospitati all’interno dei trulli stessi e vivere così un’esperienza unica.